lunedì 30 giugno 2014

Biscotti - Ricetta di Ildegarda di Bingen




Come scrittrice Hildegard ha lasciato numerosi testi; fra questi anche due trattati sulle conoscenze mediche del suo tempo: “Physica” e “Causae et curae”. Era già profondamente consapevole che mangiare bene e stare bene sono due realtà non separate, ma intimamente connesse e dipendenti l'una dall'altra. Delle sue credenze alcune sono state confutate dalla scienza moderna, pur mantenendo un valore documentario incredibile; altre, confermano i suoi rimedi efficaci anche ai nostri giorni. 

Ildegarda, più di una volta ribadisce il valore del farro, soprattutto nella cura degli ammalati. Questi biscotti di facile realizzazione nacquero per curare i nervi deboli.

  • 300 gr di farro o farina di grano
  • 100 gr di mandorle tritate
  • 1 uovo
  • 4 cucchiai di olio evo
  • 4 cucchiai di miele (più un paio o un po' di zucchero)
  • 2 cucchiaini di cannella
L'aggiustamento di miele e/o zucchero dipende dal gusto personale. Scaldando il miele, durante la lavorazione dell'impasto, sarà più facile amalgamarlo agli altri ingredienti.
Ottenuta una palla liscia, si lavoreranno tanti piccoli cilindretti delle dimensioni di un dito e si inforneranno a 180 gradi per 15 minuti circa, a seconda del forno a vostra disposizione . 


domenica 29 giugno 2014

Ildegarda ...




 ... nella musica come nelle altre sue opere, fa propri gli elementi della cultura del suo tempo (il canto gregoriano in questo caso) ma ne infrange i limiti. 
La straordinaria estensione delle tonalità dei suoi canti può superare le due ottave, ed il suo linguaggio poetico fa volentieri ricorso ad effetti strani o addirittura violenti, rifiutando le forme stilistiche levigate, usuali nelle composizioni di inni dei suoi contemporanei. Ciò fa di Ildegarda una sperimentatrice innovativa e della sua musica uno stimolo ancora oggi vivo e fecondo.  
 
In questi anni si sta verificando un vero e progressivo risveglio di interesse intorno ad Ildegarda. E' solo la moda del ritorno alla natura? Forse, almeno in parte, ma resta pur vero il fatto che, per un disegno provvidenziale del Creatore, i santi appaiono nelle epoche della storia come le costellazioni nel cielo astronomico. E' allora che si è in grado di riconoscere il loro valore e l'incidenza del loro passaggio nell'ambito della Chiesa e del mondo intero. 

 "Ildegarda visse contemplando la "luce vivente" e ascoltando le "arcane melodie" del mondo soprannaturale, divino. Questo dono straordinario non le impediva tuttavia di essere nello stesso tempo pienamente attenta alle realtà terrene e alle piccole cose della vita quotidiana, anzi, gliene favoriva una più profonda e penetrante conoscenza, una più coinvolgente esperienza. Il suo genio è poliedrico: ella abbraccia e unifica in sè aspetti assai differenti del sapere e dell'agire umano (tanto da poter essere chiamata la "sibilla renana") e tutta la sua opera, come la sua persona, sprigiona una travolgente energia spirituale che si risolve come finale sinfonico.


Anna Maria Canopi, O.S.B. badessa 

venerdì 27 giugno 2014

Vorrei ....


 
" Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite 
in un gran silenzio e non parole che esistono per coprirlo o disperderlo: 
dovrebbero accentuarlo, piuttosto (..). Io detesto gli accumuli di parole. 
Semmai scriverò, mi piacerebbe dipingere poche parole su uno sfondo muto.


ETTY HILLESUM
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Esiste un silenzio che è un elemento primordiale sul quale la parola scivola e si muove, come il cigno sull’acqua. Per ascoltare con profitto una parola, conviene creare dapprima in noi stessi questo lago immobile…. La parola sorge dal silenzio, e al silenzio ritorna”.

(Jean Guitton, La Solitude et le silence)





Interno alla Van Gogh



L’annuncio ad Anna. L’angelo si reca ad annunciare ad Anna la nascita di Maria e la trova in ginocchio che prega in giardino “con la ymagine davante”: un libro di orazio­ni posato su una sedia e aperto su una miniatura raffigurante Dio. All’interno della casa, la serva accudisce la cucina e prepara il pranzo: la luce del camino proietta sul pavimento e sui muri l’ombra di cose e persone.

Miniatura tratta dal 'Leggendario Sforza-Savoia' (Milano, 1476), Biblioteca Reale, Torino.

Inno alla forza della vita



" Io sono la suprema forza di fuoco che ho acceso tutte le scintille viventi, in nessuna cosa mortale ho posto il mio soffio, le distinguo nel loro essere, ed ho ordinato rettamente con le mie penne più alte - cioè con la sapienza che vola - il circolo che le circonda. Io, vita di fuoco, fiammeggio sulla bellezza dei campi, risplendo nelle acque e ardo nel sole, nella luna e nelle stelle, e con l'aereo vento suscito tutte le cose, vivificandole con la vita invisibile, che tutte le sostiene. Perché l'aria vive nella vegetazione e nei fiori, le acque scorrono come se vivessero, e il sole vive nella sua luce, e la luna, quando è quasi scomparsa, è riaccesa dalla luce del sole come per vivere di nuovo, e le stelle risplendono nel suo splendore come esseri viventi.

Io ho posto le colonne che contengono tutto il globo terrestre e quei venti che hanno penne a loro sottomesse, cioè i venti più lievi, che con la loro levità fanno da sostegno ai più forti, affinché non si mostrino pericolosamente, come il corpo è a contatto dell'anima e la contiene, affinché non evapori. E come il soffio dell'anima tiene insieme con fermezza il corpo, affinché non muoia, così i venti più forti animano quelli a loro sottomessi, affinché essi possano svolgere debitamente il loro compito. Ed io, forza di fuoco, sono nascosta in essi, essi da me avvampano, come il respiro continuo dell'uomo, o come nel fuoco la fiamma che guizza. Tutte queste cose sono vive nella loro essenza, non possono morire, perché io sono la vita.

E sono anche la razionalità, col vento della parola che risuona, da cui ogni creatura è stata fatta, ed in tutte ho immesso il mio soffio, affinché nessuna nel proprio genere sia mortale, perché io sono la vita.

Sono la vita nella sua integrità, non quella che manca alle pietre, non quella che fa nascere le fronde dai rami, non quella che ha radice nella forza virile, ma io sono la radice di ogni vivente. La razionalità infatti è la radice, la parola che risuona fiorisce in essa. E poiché Dio è razionale, come potrebbe non operare? Le sue opere giungono a perfetta fioritura nell'essere umano, che fece a sua immagine e somiglianza, ponendo in esso il segno di tutte le creature secondo la sua misura.

Nell'eternità, da sempre, Dio volle fare l'essere umano, la sua opera, e quando ebbe fatto quest'opera le dette tutte le creature perché facesse le sue opere con esse, allo stesso modo in cui Dio aveva fatto la propria opera, l'essere umano.

Ma sono io il suo ministro, perché tutte le cose vitali ricevono da me il loro ardore; sono la vita che permane uguale nell'eternità, che non ha avuto inizio e non avrà fine, e Dio è la vita stessa che si muove ed opera, una sola vita in un triplice vigore.

L'eternità è il Padre, il Verbo è il Figlio, e il soffio che li connette è chiamato Spirito santo, e di ciò Dio ha posto il segno nell'uomo, in cui vi sono corpo, anima e razionalità."


HILDEGARD VON BINGEN
(descrizione che lo spirito divino le fa della viriditas)






giovedì 19 giugno 2014

C'è un vento che soffia dove vuole ...



.. e porta, e riporta voci.

Devo ad una nuova amica conosciuta in questi giorni l'incontenibile moto dell'anima di dedicare queste pagine alla delicata presenza nella mia vita di tre amiche di lunga data. Tre di quelle fedeli ma discrete; intense e soavi della forza dell'Amore e dell'Armonia.

Ce ne sono anche altre, in verità; ne parleremo con brevi viaggi nel loro tempo e nei loro spazi.

Sia benedetta la brezza* che le ha sapientemente spinte sul mio cammino e quella che me ne riporta - ancor più sapientemente! - eco ed immagini, sprone e stimoli in determinati momenti della mia vita.

Un cammino comune, a quanto pare, sulla via della piccolezza, della creaturalità, dell'armonia universale, dell'importanza di Dio nelle nostre esistenze, del riconoscimento di ogni atomo come di un grande disegno di Vita (...), dell'ordinarietà solo apparentemente banale, della quotidianità come luogononluogo in cui respirare e vivere Dio mentre si accompagnano anche altri verso l'Incontro in una gratuita missionarietà senza battello, là dove si sia piantati ... Un cammino intorno alla viriditas**.

Un cammino, qual'è quello di ogni essere umano: chiamato alla beatitudine, cerca di non smarrire la via per raggiungerla. Creati per amare ed essere amati, è bella la strada per chi cammina. E' bello il cammino, per chi va ... 

Qualcuno ha fatto diventare bella la strada.
Ecco: le mie amiche hanno scelto la sequela. Ciascuna a suo modo, certe che prima di ogni passo del cammino, nella sequela , c'è qualcosa che viene - appunto - prima di qualsiasi nostra mossa : ci precede.

La vita cambia, si compie, solo se si è disponibili a questo 'qualcosa che viene prima'. Se se ne ascolta il Vento.

Allora, una volta 'accolto' ed incontrato, si corre come scintille nelle stoppie per diventare 'contagiose di gioia, contagiose di beatitudine' ***, come novelle donne trafelate nell'annuncio di gioia in mattine pasquali ...


Teresa di Lisieux (1873-1897)
Dottore della Chiesa

Ildegarda di Bingen (1098-1179)
Dottore della Chiesa


Madeleine Delbrel (1904-1964)
Assistente sociale, mistica, scrittrice




* brezza = aura
** Il simbolismo dei colori che caratterizza le immagini delle visioni di Ildegarda, e che risalta nella vivezza delle miniature che le illustrano, non è esclusivamente una ripetizione dei motivi simbolici della tradizione. Ad ognuno dei colori utilizzati (bianco, nero, giallo, grigio, azzurro, rosso, oro e colori metallici, verde) Ildegarda attribuisce una molteplicità di significati, in parte tradizionali, in parte originali del suo sistema. Il verde, come il rosso con cui sta in relazione, ha una rilevanza straordinaria, ed il termine viriditas è utilizzato da Ildegarda ad indicare una molteplicità di realtà connotate, più che dal colore vero e proprio, dalla caratteristica che questo colore indica: la forza vitale, che si esprime nella maniera più esplicita ed immediatamente percepibile nella vegetazione, ma che è riconoscibile in tutti i livelli, fisici e spirituali, del creato, comunque si manifesti sensibilmente.  Viriditas dunque si manifesta non solo nell'ambito vegetale, ma anche in quello cosmologico e antropologico: l'anima è la viriditas dell'uomo, poiché è il principio della vita e del movimento, ma anche le pietre hanno una loro viriditas che è virtus, cioè principio della loro attività salutare nei confronti del corpo umano. Virtus è una delle parole associate a viriditas in forza dell'allitterazione - dispositivo importante nel pensare mormorando fra sé (ruminatio) tipico della cultura monastica. 
*** Madeleine Delbrel  





E' nato! ....




Poiché le tue parole, mio Dio, non son fatte per rimanere inerti nei nostri libri, ma per possederci e per correre il mondo in noi, permetti che, da quel fuoco di gioia da te acceso, un tempo, su una montagna e da quella lezione di felicità, qualche scintilla ci raggiunga e ci morda, ci investa e ci pervada.
Fa’ che, abitati da esse, come “fiammelle nelle stoppie”, corriamo per le vie della città, e fiancheggiamo le onde della folla, contagiosi di beatitudine, contagiosi della gioia...

(da: “Gioie venute dal monte”, in La gioia di credere) - Madeleine Delbrel