Teresa di Lisieux




Dottore della Chiesa 

in allestimento


La dimora dei piccoli 
Le parlavo delle mortificazioni dei santi e lei mi rispondeva: «Che buona cosa ha fatto il Signore ricordandoci che ci sono molte dimore nella casa del Padre suo! Se non fosse cosí ce lo avrebbe detto...». 
«Sì, se tutte le anime chiamate alla perfezione avessero dovuto, per entrare in cielo, praticare tali penitenze, Egli ce lo avrebbe detto e noi ce le saremmo imposte con molta serietà. Ma ci fa presente che “ci sono molte dimore nella sua casa”. E se c’è quella delle grandi anime, quella dei padri del deserto e dei martiri della penitenza, deve esserci anche quella dei fanciulli. 
«Il nostro posto è custodito là, se noi amiamo molto Lui, Gesù con il Padre celeste e lo Spirito d’amore». 
Suor Teresa del Bambin Gesù era, come si vede, un’anima molto semplice, che si è fatta santa con mezzi ordinari. 
Si capisce da ciò che una frequenza di doni straordinari nella sua vita sarebbe stata contraria a ciò che lei diceva essere il disegno di Dio su di lei. La sua vita doveva poter servire da modello alle piccole anime. 

 La ricompensa dei piccoli 
«Nostro Signore rispose una volta alla madre dei figli di Zebedeo: “Sedere alla mia destra e alla mia sinistra spetta a quelli cui il Padre mio l’ha destinato”»14
«Io mi immagino che quei posti scelti, rifiutati a grandi santi, a grandi martiri, spetteranno ai piccoli... Non lo predisse forse David, quando disse che il piccolo Beniamino presiederà le assemblee (dei santi)?»15
Le si domandò con quale nome avremmo dovuto pregarla quando fosse in cielo. «Mi chiamereteTeresina », rispose umilmente. 

 Essere santa senza diventar grande... 
Per essere profondamente umile, suor Teresa del Bambin Gesù «si sentiva incapace di percorrere il duro cammino della perfezione», e si sforzò pertanto di diventare sempre più piccola, affinché Dio si prendesse completamente cura delle sue cose, e la prendesse tra le sue braccia, come succede nelle famiglie per i bambini più piccoli. Voleva essere santa ma senza diventare grande, poiché, come le piccole malefatte dei bambini non fanno adirare i genitori, così le imperfezioni delle anime umili non possono offendere gravemente il buon Dio, e gli errori non saranno imputabili loro come colpa, secondo le parole della Scrittura: «Ai piccoli si perdona per pietà»13. Di conseguenza si guardava bene dal desiderare di sentirsi perfetta e che gli altri la considerassero come tale, perché sarebbe cresciuta e Dio l’avrebbe lasciata camminare da sola. 

«I bambini non lavorano per farsi una posizione», diceva; «se sono saggi lo fanno per far contenti i loro genitori. Allo stesso modo non occorre lavorare per diventare santi, ma per fare piacere a Dio». 

 Consigli e ricordi di Céline Martin, una delle quattro sorelle di santa Teresina




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